FILIPPO TURCONI: "MI MANDA LO ZIO ZANINI"

STORIA | 04/12/2021 | 08:02
di Danilo Viganò

L’infanzia di Filippo Turconi è trascorsa con gli scarponi da sci alpinismo ai piedi. A livello agonistico ha gareggiato dai 6 ai 14 anni e con buoni risultati. Ma è il ciclismo che ha fatto decollare questo giovane varesino di Busto Arsizio, classe 2005, cresciuto alla Ju Green di Gorla Minore e poi formatosi alla Bustese Olonia Bike Tartaggia società per la quale, quest’anno tra gli allievi, ha collezionato sei  successi e piazzamenti di grande rilievo.

Il 2021 ha visto Turconi affermarsi fra i grandi protagonisti della stagione su strada che il giovane varesino reputa la migliore da quando ha iniziato a gareggiare.
“Senza dubbio. E’ stato un bellissimo anno dove tutto è andato nel giusto verso. Ho vinto gare importanti e mi sono trovato spesso e volentieri a combattere con i migliori nelle corse di un certo livello -racconta con orgoglio Turconi-. Il merito non è solo mio, ma di chi mi ha seguito passo per passo in tutti mesi dell’attività agonistica. Mi riferisco a Cristina Leonetti e Ilario Guzzon i miei allenatori. E’ grazie a loro se ho avuto un notevole miglioramento qualitativo”.

In effetti Turconi si è lasciato dietro un’annata davvero esaltante caratterizzata dalle vittorie a Faloppio, nelle cronoscalate di Cerro Veronese e di Altino (Bg), nella classica in linea Novara-Orta, ad Albano Sant’Alessandro e a Villadosia di Casale Litta nella sua Varese. Al campionato italiano a cronometro è arrivato quinto, lui che è uno scalatore, secondo alla Coppa Diddi, ad Alzate Brianza, Brinzio, Monticelli Brusati, Rocca Canavese, nella Albese-Ghisallo, Caselette e nel tricolore a cronometro a squadre.

La prima bici di Filippo era di colore rossa con le manopole del cambio ancora sul telaio.
“Non ricordo la marca e nemmeno il paese dove ho disputato la prima corsa, ma ricordo benissimo che mi sono staccato subito dopo la partenza e che ho fatto di tutto per non farmi doppiare”. E ci sei riuscito? “Si, dopo tanto affanno ma con immensa soddisfazione”.

Il bello di Turconi, 16 anni compiuti che si appresta al salto di categoria con gli juniores, che è un ragazzo semplice, sincero e senza grilli per la testa. Ciclismo e scuola sono la sua vita. Studia da Geometra (oggi si chiama indirizzo Cat, ndr) alla “Facchinetti” di Castellanza e il tempo libero lo trascorre leggendo libri di fantascienza oppure tra le scatole del Lego- le costruzioni con quei cubetti colorati mi hanno sempre affascinato-.

Perché la bici Filippo?
“MI piacevano le gare e poi correvano i miei genitori. Mamma è arrivata fino alla categoria Elite, papà fino ai dilettanti entrambi con discreti risultati. E poi ha corso anche mio zio che sicuramente conoscete molto bene, Stefano Zanini (ex professionista ora direttore sportivo all’Astana). Zio è stato l’esempio da seguire, una fonte d’ispirazione che mi ha aperto le porte di questo bellissimo sport”.

Per essere chiari papà Roberto è un libero professionista che si occupa di riparare le porte, mamma Moira Tarraran è invece Geometra. In casa Turconi c’è anche il piccolo Matteo, 14 anni, esordiente anch’egli alla Bustese Olonia vincitore di due gare in questa stagione. Passerà allievo nel 2022.

Filippo sente di essere sulla strada giusta, e per il prossimo anno desidera di vincere una gara nella nuova categoria e di togliersi la soddisfazione di indossare la maglia azzurra. E aggiunge che s’ispira a Pogacar e a Nibali per i quali è un grande tifoso.

Turconi è un modello di corridore che fa parte della nuova generazione di giovanissimi talenti. Si allena con i metodi scritti a tavolino da Cristina e Ilario basati su lavori in pianura nella zona di Gorla (Varesotto) che percorre quasi sempre assieme ai compagni di squadra Archetti e Cattani – la lunga distanza la facciamo invece in Piemonte tenendo una media di 90-95 chilometri-. Turconi rimarrà alla Bustese Olonia-Bike Tartaggia anche per la prossima stagione: “Non vedo perché dovrei cambiare, in questo gruppo mi trovo bene è come stare in famiglia. Ho avuto numerose offerte tra cui la GB Junior di Bortolami e la Biringhello, ma ho scelto di rimanere vicino a casa”.




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